
Non erano solo i baffi, ma ciò che rappresentavano nel momento in cui per il protagonista comincia a vacillare qualsiasi certezza.
Anche la certezza di aver tagliato i baffi al mattino e, poi, alla sera nessuno se ne sia accorto..
è perché in realtà, forse, non li ha mai avuti ?
In questo libro scritto in terza persona c’è la passione del protagonista per la sua donna, c’è l’impegno per il proprio lavoro, e poi…tanta fragilità
C’è il nemico peggiore per ognuno di noi, la nostra mente offuscata da sé stessa, il nostro motore che risponde diversamente rispetto a prima, che ci porta a non riconoscerci più anche difronte a uno specchio…dannato conoscitore della realtà.
Cosa fare allora? Cosa pensare?
O meglio, cosa fare per non pensare ?
È meglio scappare..se serve fino all’altra parte del mondo dove per qualche ora ogni giorno si può sfuggire alla crudele realtà di essere stato ingannato da chi gli dice di amarlo.
Non avevo ancora letto “I baffi” e per me è stato un ritorno al Carrère di Yoga.
Un libro che mi ha lasciato di stucco sul finale e che non vedi l’ora di parlarne con qualcuno
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